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Tommaso busia: vice-campione italiano

Ci sono giorni che non si limitano a passare. Restano. Si attaccano alla pelle, al cuore, alla memoria. Giorni in cui ogni secondo pesa, ogni sguardo conta, ogni urlo dagli spalti ti entra dentro. I Campionati Italiani di quest’anno, che si sono svolti domenica 14 dicembre al Pala Pellicone di Ostia, sono stati esattamente questo. E Tommaso Busia li ha vissuti fino in fondo, conquistando uno straordinario titolo di vice-campione italiano nella categoria 42 kg.

Il suo cammino inizia con una sicurezza che non lascia spazio a dubbi. I primi tre incontri sono una dimostrazione di maturità: Tommaso combatte con lucidità, controllo, personalità. Non spreca nulla, non concede niente. Vince bene, convince, cresce incontro dopo incontro. Vince dimostrando di esserci, di essere pronto. Ma tutti sanno che il vero banco di prova sta arrivando.

La semifinale è quello scalino che da qualche gara faceva un po’ paura. Quello che, a questi livelli, Tommaso non era ancora riuscito a superare. L’aria è tesa, l’attesa si sente. Poi l’incontro inizia. E Tommaso, senza esitazioni, piazza subito uno yuko. Subito dopo va a terra, in immobilizzazione. Sembra il momento buono. Il conteggio parte, ma per un arbitraggio che lascia più di qualche dubbio si ferma a 6. Non basta. Tommaso ottiene comunque un altro punto, ma ferma l’azione che avrebbe potuto chiudere lì l’incontro. Un’occasione sfumata, un attimo che pesa.

Si riparte. Passano minuti che sembrano eterni. Poi l’avversario attacca. Tommaso legge tutto, resta calmo, contrattacca con tempismo perfetto: wazari. Dieci punti. Il tabellone dice 12-0 per Tommaso. Ma nel judo nessuno regala niente, e fino all’ultimo secondo può succedere di tutto. Ed è qui che Tommaso fa vedere chi è davvero. Non si distrae, non si scompone. Resta lì, presente, lucido.

Ultima azione. L’avversario prova l’assalto finale. Ancora una volta Tommaso schiva, ribalta, va a terra e immobilizza. Cinque secondi. Cinque secondi infiniti. Poi lo scadere del tempo. Un urlo esplode nel palazzetto. Finale.

La finale è una battaglia vera. Dura, intensa, senza un attimo di respiro. Si combatte fino all’ultimo istante, fino all’ultima energia. Alla fine è uno yuko a separare Tommaso dal titolo di Campione Italiano. Fa male, inutile negarlo. Ma è una sconfitta che profuma di grandezza. Perché Tommaso non molla mai, lotta fino all’ultimo secondo, dimostrando una forza mentale e un cuore fuori dal comune.

Siamo fierissimi e orgogliosissimi di lui. Questo risultato non nasce per caso: è il frutto di lavoro quotidiano, sacrifici, costanza, cadute e risalite. E soprattutto di tanto, tantissimo cuore.

Alla competizione hanno preso parte anche Emma Corsi, nella categoria 57 kg, e Sofia Cipriani Buffoni, nella 52 kg. Emma purtroppo perde il primo incontro, viene ripescata ma non riesce a imporsi nell’incontro di recupero. Sofia vince il primo match con determinazione, ma si ferma nel secondo; anche lei ripescata, anche lei costretta a fermarsi nell’incontro successivo. Risultati che fanno male, sì, ma che raccontano comunque il coraggio di esserci, di mettersi in gioco, di affrontare un palcoscenico così grande senza tirarsi indietro. Perché anche queste sconfitte fanno parte del percorso e costruiscono atleti e persone.

Un ringraziamento speciale va agli allenatori, presenza costante, silenziosa ma fondamentale dietro ogni passo fatto su quel tatami. Sempre lì, pronti a sostenere, correggere, incoraggiare, a credere nei ragazzi anche quando loro stessi fanno fatica. Il loro lavoro, spesso nascosto “dietro le quinte”, è senza dubbio metà di ogni risultato ottenuto. Perché ogni vittoria, ogni finale conquistata, ogni lacrima di gioia nasce prima in palestra, giorno dopo giorno. E gioie di questa portata non riempiono solo il cuore degli atleti, ma quello di tutti.

Lo stesso grazie va ai genitori, che con sacrificio, tempo e presenza cercano di esserci sempre, ovunque, sostenendo i propri figli nei momenti belli e in quelli più duri.

C’è però un filo ancora più profondo che attraversa questa storia. Un filo che unisce passato e presente, che corre sul tatami da anni e che parla la stessa lingua: quella del judo. Tommaso porta dentro di sé una grinta feroce, una determinazione istintiva, quella fame agonistica che non si costruisce soltanto in palestra. È qualcosa che si eredita. Qualcosa che arriva da lontano. Arriva da sua mamma, Moira Giusti, judoka ed ex campionessa di rilievo, che su quei palcoscenici ci è salita prima di lui, che ha combattuto, vinto, perso e imparato. La stessa intensità negli occhi, lo stesso modo di non arretrare mai di un centimetro.
E accanto a loro c’è Roberto Busia: babbo, compagno, maestro. Un uomo che ha avuto l’onore e la fortuna di abbracciare tanti atleti a bordo tatami dopo vittorie importanti, ma soprattutto di stringere tra le braccia, nello stesso luogo e con la stessa emozione, prima la mamma nel passato e oggi il figlio nel presente, entrambi dopo medaglie ai Campionati Italiani. Un cerchio che si chiude e allo stesso tempo si rinnova. Un passaggio di testimone silenzioso, potente, profondamente bello. Una famiglia legata dal judo, dai suoi valori, dal rispetto e dalla passione che non conoscono tempo. Momenti come questi sono belli per un motivo semplice e potentissimo: la condivisione. I compagni che urlano a gran voce dagli spalti, chi a casa segue ogni incontro passo dopo passo davanti a uno schermo, chi stringe i pugni, chi trattiene il respiro. Tutti insieme. Tutti per uno.
E in questo caso, uno — Tommaso — per tutti.

Perché il judo è individuale solo sulla carta. In realtà, è una storia che si scrive sempre insieme.
E quindi complimenti a tutti.
Complimenti a Tommaso Busia, vice-campione italiano.

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Un applauso speciale va a Claudio Barboni, che nello stesso fine settimana, ha raggiunto un traguardo importante: dopo aver seguito con impegno e costanza il corso con lezioni teoriche e pratiche, ha superato brillantemente gli esami per diventare Allenatore di Base di Judo!

La sua determinazione, la voglia di mettersi in gioco e di crescere come tecnico e come persona sono un esempio per tutta la nostra comunità sportiva. Questo risultato non è solo una conquista personale, ma un arricchimento per l’intera famiglia della A.S.D. Judo O.K. Arezzo, che potrà contare sulla sua energia e sulla sua passione per formare e motivare sempre meglio i nostri giovani judoka.

Complimenti Claudio!

La vigilia di un giorno importante

Alla vigilia di un appuntamento così importante, Arezzo sembra trattenere il respiro, l’aria è diversa. C’è un’emozione strana, dolce e pungente allo stesso tempo, quella che nasce da tre ragazzi che stanno per realizzare un sogno che fino a ieri sembrava lontano. La palestra, gli spogliatoi, perfino le strade che questi ragazzi percorrono ogni giorno sembrano sapere che domani qualcosa cambierà. Perché eventi come i Campionati Italiani A1 Esordienti B non sono solo una gara: è uno di quei momenti che segnano. Non importa quanti saranno gli applausi, non importa chi salirà sul podio, rimarrà una di quelle esperienze che non dimentichi, che si infilano nel cuore e ci restano attaccate per sempre. Domani, a Roma, il Judo O.K. Arezzo porterà sul tatami tre giovani che hanno già dimostrato, ben prima del risultato, di avere dentro qualcosa di speciale: Tommaso Busia nei 42 kg, Emma Corsi nei 57 kg e Sofia Cipriani Buffoni nei 52 kg. Sono tre storie diverse, ma un’unica direzione. Tre cuori che battono allo stesso ritmo. Tre ragazzi che, domani, faranno quello che fanno da sempre: combattere. Non solo contro un avversario, ma contro la paura, la pressione, il dubbio. E proprio lì, nel mezzo del combattimento, si costruisce il ricordo che durerà per tutta la vita. Roma sarà un mare di emozioni. Le luci, i tatami, le attese infinite prima della chiamata, il fiato sospeso sugli spalti… e poi il silenzio, quel silenzio che cade un secondo prima dell’ hajimè. È un attimo che non si scorda più. E non si scorderà nemmeno il loro coraggio, perché per salire su quel tatami non basta essere forti, serve essere valorosi, serve avere la testa alta e il cuore saldo. Serve metterci tutto, ogni briciola di forza e di sogno. Tommaso, Emma e Sofia sono cresciuti sul tatami. Hanno imparato presto cosa vuol dire faticare, perdere, vincere, rialzarsi sempre un centimetro più forti. Hanno imparato che il judo non è solo una disciplina: è un modo di stare al mondo, di affrontare le difficoltà, di rispettare se stessi e gli altri. E quindi eccoli qui, pronti a portare il nome della loro città sul tatami più importante d’Italia per la loro categoria. Domani, quando entreranno nel palazzetto di Roma, sentiranno qualcosa di invisibile ma potentissimo: tutte le persone che hanno creduto in loro. I maestri che li hanno guidati passo passo, che li hanno visti crescere, cambiare, maturare. Le famiglie che hanno corso insieme a loro, che li hanno accompagnati svegli all’alba, che hanno consolato lacrime amare e festeggiato vittorie indimenticabili. Gli amici che hanno faticato e sudato, pianto ed esultato con loro. Il Judo O.K. Arezzo può già festeggiare: avere ragazzi così è un privilegio…

Domani, qualunque cosa accada, questi tre giovani avranno vinto comunque. Perché stanno andando incontro a un pezzo della loro vita che rimarrà cucito addosso per sempre. E noi, da qui, possiamo solo tifare forte. Con il fiato che si spezza un po' per l’emozione e con la certezza che Tommaso, Emma e Sofia, là, su quel tatami romano, ci metteranno anima e cuore…

Domani questi tre ragazzi non combatteranno solo per una medaglia. Combatteranno per quel sogno che li accompagna dal primo giorno in cui hanno indossato il judogi, quando tutto sembrava un gioco. Combatteranno per dimostrare che la strada che hanno percorso non è stata mai inutile, mai casuale. E quando si troveranno lì, davanti al tatami illuminato, con il brusio del pubblico nelle orecchie e il cuore che batte più forte del normale, vivranno un istante che non tornerà più. Un istante che resterà nella memoria come un lampo perfetto, pieno di adrenalina e di vita. Perché i sogni, quando li sfiori con le mani tremanti, hanno un sapore diverso. E loro, domani, questo sapore lo sentiranno fino in fondo. Arezzo li guarda, li sostiene, li abbraccia da lontano. Buona vigilia, ragazzi. Domani fate risuonare forte il vostro nome e soprattutto, godetevi ogni secondo.

Il Judo O.K. Arezzo compie un passo significativo verso una maggiore tutela della salute all’interno palestra.

Abbiamo infatti provveduto all’acquisto di un defibrillatore, uno strumento essenziale che sarà sempre disponibile e pronto all’uso in caso di emergenza. La sicurezza dei nostri atleti, dei nostri tecnici e di tutte le persone che frequentano i nostri spazi è una priorità assoluta. Dotarci di un dispositivo come questo non è solo un investimento materiale, ma un segno concreto di responsabilità e attenzione verso la nostra comunità sportiva.

Vogliamo rivolgere un sincero e profondo ringraziamento a tutti i soci e a tutte le persone che hanno contribuito a rendere possibile questo importante passo avanti. Il vostro sostegno dimostra quanto il senso di unione e partecipazione sia vivo nella nostra realtà. Grazie di cuore a ognuno di voi: insieme costruiamo un ambiente sempre più sicuro, consapevole e pronto a proteggere chi lo vive ogni giorno.

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Ulteriori informazioni sulla nostra palestra

Benvenuti nella nostra palestra di Judo, un luogo dove bambini e ragazzi, non solo imparano i fondamentali dell’arte marziale, ma crescono insieme in un ambiente accogliente e stimolante!

Qui, ogni allenamento è un’ avventura: combattimenti, tecniche e risate, si intrecciano, creando legami.

Il nostro obbiettivo è quello di creare un gruppo affiatato, unito, dove imparare a costruire amicizie, a superare le proprie paure e a diventare più forti, dentro e fuori il tatami.

Attraverso il gioco e l’allenamento, insegniamo valori importanti come il rispetto e la disciplina.

Non vediamo l’ora di accogliere i vostri piccoli campioni!

UNISCITI A NOI E DIVENTA PARTE DI UNA GRANDE FAMIGLIA !!!

MEDAGLIA D’ONORE AL MERITO SPORTIVO

2005

CONTRIBUTO SPORTIVO

REGIONE TOSCANA

Ringraziamento dell’ A.S.D. Judo O.K. Arezzo alla Regione Toscana, per il contributo a sostegno dell’attività sportiva svolta nel 2024