accadde oggi.. il 1 dicembre 2016
Quello che distingue le persone le une dalle altre è la forza di farcela, o di lasciare che sia il destino a farla a noi (Fernando Pessoa)
Domenica 27 Novembre 2016, è in questa data che i Cadetti del "Judo O.K. Arezzo" conquistano a Monza la medaglia più pregiata al "Campionato Italiano a Squadre serie A2", quella d'ORO. Ma il lungo cammino che ha portato questi giovanissimi atleti - per chi non lo sapesse infatti, "cadetti" sta ad indicare la fascia d'età che va dai 15 ai 17 anni - a raggiungere tale storico risultato è iniziato molto prima, precisamente un anno e due mesi fa, il 27 Settembre 2015, quando i nostri ragazzi conquistarono a Trento il bronzo nella stessa competizione; adesso, dopo un anno intenso di lavoro duro, la loro voglia di identificarsi come judoka veri, di quelli che non vogliono mai "mollare mai la presa", e il loro desiderio di migliorare sempre, li ha spinti ancora oltre, fino a meritarsi il gradino più alto e ambito di quel podio.
La nostra squadra, composta da Filippo Casalini (prestito dalla società Apam Nuova Palestra Arezzo), Simone Muzzi (prestito dal CUS Siena), Maicol Treghini, Alessandro Boncompagni, Bruk Buonavita, Davide Meoni e Gabriele Marignani, al Palaiper di Monza dove si teneva la gara, si è resa protagonista di una gara perfetta, e nel corso di tutta la competizione, si è dimostrata coesa, concentrata, cosciente della propria forza, e vogliosa di raggiungere senza scuse il traguardo prefissato; al primo turno ha sconfitto i ragazzi dell'Agonistic Team Roma con un punteggio di 5 vittorie a 0. Successivamente è stata la squadra del Dojo Sacile Udine a subire una sconfitta per 4 a 1 dai nostri portacolori. In semifinale, a tentare di fermare gli aretini ci ha provato la Polisportiva Castelverde Roma, sconfitta però per 3 a 2. La finale, dopo quasi 5 ore di gara, è stata contro la squadra lombarda Judo e Movi-mente Le Sorgive di Mantova, ed è stata forse la sfida più dura e sofferta, che ha tenuto in estrema apprensione il "pubblico aretino", come sempre molto nutrito e soprattutto caloroso nell'incitare i ragazzi: qui, per la prima volta in tutto il corso della gara, siamo subito andati sotto per uno a zero; questo però non ha minimamente intaccato la concentrazione e la voglia di vincere della squadra e, uno dopo l'altro, in un susseguirsi di azioni al cardiopalmo, i nostri cadetti hanno rimesso le cose apposto vincendo nettamente i 3 combattimenti successivi, rendendo inutile l'ultimo match, e conquistando così meritatamente il titolo di Campioni Italiani a Squadre A2, in un tripudio di gioia ed emozioni fortissime.
A dire il vero però, le emozioni forti erano iniziate il sabato, in occasione del "Campionato Italiano a Squadre A2 JU - SE", dove il Judo O.K. Arezzo si è presentata ai nastri di partenza con una squadra composte da "vecchie glorie" che, nel recente passato, tanto lustro hanno dato alla nostra società: Marco Valentini, Davide Pucciarelli, Stefano Marziali, Andrea Carloni, Claudio Carloni, Fabio Cherici, Francesco Marignani, Matteo Viciani. Questi ragazzi - perché se venissero chiamati uomini potrebbero sentirsi ingiustamente "troppo vecchi" - a cui si sono aggiunti in gara Dario Boni (prestito dalla Libertas Firenze) e Tiziano Di Federico (prestito dalla Tor Lupara Roma), sono stati "reclutati" prima dell'estate, in una cena stile rimpatriata, dal loro maestro Roberto Busia che li ha provocati, dopo anni di completa inattività sportiva, a tornare in attività per fare questo Campionato Italiano a Squadre, tutti insieme, per un ultima volta. Complice di Roberto Busia, è stato sin dall'inizio Matteo Marconcini, Olimpionico adesso in forza al Gruppo Sportivo Carabinieri Roma, che con questi ragazzi è cresciuto sportivamente e umanamente, e che avrebbe davvero voluto condividere con loro questa forte emozione per un ultima volta, ancora tutti insieme come ai vecchi tempi, se non avesse avuto altri impegni agonistici, ben più importanti, con la Nazionale Italiana, ma che non gli hanno comunque impedito di essere sugli spalti ad incitare i suoi vecchi compagni. Ebbene, questi ragazzi, pur con qualche comprensibile dubbio iniziale, dovuto soprattutto alla scarsa forma fisica di alcuni, e comunque alla mancanza dal tatami da molti anni, hanno tutti deciso di far proprio questo sogno del loro vecchio maestro, e di rispolverare così quei Judogi rimasti appesi alla gruccia per troppo tempo. Così, in pochi mesi, quello che era nato per scherzo e per provocazione, si è trasformato in un cammino intenso, duro, emozionante, pieno di sacrifici che un tempo erano la quotidianità, ma adesso pesano eccome, e tornando a lavorare sul tatami tanto amato, per rimettersi di nuovo in gioco, molto hanno dato anche ai Cadetti e agli altri giovani con cui hanno lavorato insieme ogni giorno, ricreando un gruppo fantastico, stimolante, e soprattutto vincente. Il loro percorso in gara è stato certo più breve, ma non meno intenso; due vittorie per cinque a zero, prima di due altrettanti onorevoli sconfitte, hanno relegato i nostri ragazzi ad un nono posto che però vale tantissimo, e le emozioni che hanno trasmesso a tutti, ma soprattutto che hanno provato loro stessi, sono state immense e impagabili. La prova tangibile di tutto questo è data dal fatto che vecchi avversari dei nostri ragazzi, nel vederli di nuovo sul tatami, li hanno accolti con abbracci, sorrisi e forti strette di mano, comprendendo e apprezzando lo spirito che ha pervaso questa loro avventura.
Per tutto ciò che abbiamo appena "raccontato", speriamo davvero di essere riusciti anche in parte a trasmettere a parole le mille sensazioni che ci hanno pervaso in questi due giorni: la voglia di combattere, migliorarsi, mettersi in discussione, non arrendersi, crederci, crederci ancora, divertirsi; la consapevolezza di dover soffrire, di poter rischiar di farsi male, di poter anche non riuscire; il sudore, a volte anche qualche goccia di sangue lasciato sul tatami; le lacrime di rammarico per una sconfitta che non doveva esserci; la gioia prorompente per un Ippon ben riuscito; l'amicizia; le urla di chi tifa, che da quel tatami dove si disputa l'incontro è lontana metri, col corpo, ma non col cuore, e che si trova li, proprio affianco a quella persona che sta dando tutto se stesso; lo sguardo, pieno di orgoglio dopo una vittoria, o pieno di rammarico dopo una sconfitta, che si rivolge alle tribune, e che trova risposta in un innumerevole quantità di braccia sollevate esultanti, di lacrime di felicità che solcano visi, o di applausi comunque consolatori che ci dicono "bravo lo stesso", sei un grande perché ci hai provato, e solo chi ci prova può riuscire; il viso, incredulo, di un maestro, che, seduto a bordo tatami, assiste alla proclamazione di un Ippon che sancisce per i suoi cadetti il titolo di "campioni d'Italia", o sempre quel viso, pieno di riconoscenza verso quegli "ex cadetti", che hanno voluto condividere con lui un'altra (e forse ultima?) forte emozione. Queste sono le caratteristiche di questa realtà, la nostra realtà.
Alcune annotazioni finali non meno importanti: un'altra aretina ha combattuto domenica a Monza, in prestito con la squadra toscana di Marina di Pietrasanta, Sara Lombardi, e ha contribuito con impegno alla conquista del 5° posto della formazione toscana, facendo un ottima esperienza per il futuro. E una settimana fa, la diciassettenne Ambra Chianucci, altra atleta del Judo O.K. Arezzo, ha brillantemente superato l'esame di Cintura Nera I Dan che si è tenuto a Siena, coronando anche lei il suo piccolo grande sogno, dal quale ripartire adesso per nuovi traguardi. Come anche Filippo Soresi, che dopo essersi laureato Vice Campione Italiano ES.B nella categoria dei 60 kg, ha conquistato anche, dopo il Trofeo Sankaku di Bergamo di tre settimane fa, il secondo posto assoluto nella classifica 2017 del Trofeo Italia ES.B, appunto nei 60 kg, e il prossimo anno, diventando Cadetto anche lui, potrà dare il suo contributo con gli altri compagni per difendere il titolo a squadre appena conquistato.
In conclusone ultima, un ringraziamento con il cuore a quei piccoli, immensi guerrieri, che domenica hanno dato tutto, gareggiando anche contro avversari alcune volte più grandi fisicamente di loro, senza mai smettere di crederci, fino alla vittoria finale del titolo; e un ringraziamento particolare a quei vecchi, immensi guerrieri, che sabato gareggiando contro avversari molto più allenati di loro, hanno dato tutto, non hanno avuto paura e hanno provato fino in fondo a realizzare un sogno. E un ringraziamento a Roberto: se è da molti maestri concedersi anima e corpo ai propri allievi, infondendo in loro tantissima conoscenza maturata con anni e anni di attività, non è certamente da tutti farlo anche con tantissimo cuore come fa lui, e come fanno tutti coloro che lo aiutano a portare avanti la famiglia del Judo O.K. Arezzo, di cui vado fiero di far parte. [Dejan]